Internet è diventato, ormai da anni, una presenza indispensabile nella vita di miliardi di persone e un bene di prima necessità. Tuttavia, in pochi si fermano a considerare come i dati viaggiano da un continente all’altro ad una velocità che sfida l’immaginazione.
La risposta la si può trovare in un’opera ingegneristica tanto incredibile quanto poco conosciuta: i cavi sottomarini.
Un mondo connesso sotto il livello del mare
Oltre un milione di chilometri di cavi, spessi quanto un tubo dell’acqua da giardino e nascosti negli abissi oceanici, che collegano continenti e nazioni.
Questa è la realtà dei cavi sottomarini, le vere dorsali dell’Internet globale, che garantiscono la nostra connettività in ogni angolo del pianeta eccetto l’Antartide, non raggiunta da quest’ultimi ma connessa tramite satelliti.
Al 2021 sono state conteggiate oltre 430 linee sottomarine attive in tutto il mondo.
Numero soggetto a variazione man mano che nuovi cavi entrano in servizio e che quelli più vecchi vengono dismessi.
La tecnologia dietro i cavi sottomarini e MAREA
La realizzazione di queste infrastrutture richiede tecnologie all’avanguardia e una progettazione ingegneristica di precisione.
I cavi sono progettati per resistere a condizioni estreme come forti correnti, movimenti tettonici, freddo e pressione, grazie a diversi strati protettivi.
All’interno, filamenti di fibra ottica sottili come capelli trasmettono dati ad altissima velocità: da 10 a 100 gigabit al secondo.
Ci sono poi alcuni cavi più recenti che possono raggiungere velocità astronomiche: è il caso del cavo MAREA che connette Europa e Stati Uniti.
Proprietà dei colossi aziendali Google, Amazon, Microsoft e Facebook, MAREA permette il trasferimento dei dati tra i due continenti ad una velocità mai raggiunta fino ad oggi: 224 Tbps (terabit per secondo), per intenderci più di 100 milioni di video in alta definizione al secondo.
La sfida delle Manutenzioni
Nonostante la loro robustezza, i cavi sono soggetti a danneggiamenti di ogni tipo e i guasti sono relativamente comuni.
Le ragioni possono essere riconducibili prima di tutto allo strascico delle ancore di navi e pescherecci, ma anche a terremoti sottomarini o addirittura a morsi di squalo.
Il processo di manutenzione in profondità oceaniche richiede operazioni navali specializzate e veicoli operati da remoto per effettuare operazioni sul posto, processi che possono richiedere settimane e un investimento significativo.
Si è cercato di prevenire il fenomeno utilizzando più cavi per la trasmissione degli stessi dati.
Quindi se un cavo si rompe, la rete continuerà a funzionare grazie alla presenza di più cavi backup, senza compromettere la navigazione degli utenti.
Proprietà e utilizzo
Il panorama della proprietà dei singoli cavi è tanto vasto quanto la rete stessa.
Tradizionalmente sono stati posseduti e gestiti da compagnie di telecomunicazioni internazionali ma recentemente abbiamo assistito ad un cambiamento significativo.
L’ingresso di grandi multinazionali, governi e istituti di ricerca, ha permesso gli investimenti per garantire la velocità e la sicurezza per il trasferimento di enormi quantità di dati.
Gli utilizzatori finali, molto semplicemente, siamo tutti noi.
Chiunque acceda ad Internet sta potenzialmente utilizzando i cavi sottomarini, infatti, molte delle pagine web che visitiamo ogni giorno, sono ospitate su server localizzati in tutto il mondo.
In conclusione, nell’era del Cloud Computing e dell’Intelligenza Artificiale, la domanda di banda larga globale è destinata a crescere esponenzialmente. I cavi sottomarini non solo devono tenere il passo con questa domanda, ma devono anche anticipare le esigenze future in quanto continueranno a rappresentare ancora per molto il pilastro invisibile che sostiene il vasto mondo di Internet e che permette il continuo sviluppo dell’era digitale.